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Edoardo Spagnuolo, Il Santuario dell'Incoronata di Sant'Angelo a Scala, 1996, pp. 62


  • IL RUOLO AVUTO DA ALCUNI NIPOTI DI GIOVAN PIETRO CARAFA NELLA PROMOZIONE DEL SANTUARIO
    L'arrivo del beato Giulio da Nardo nel territorio di Sant'Angelo a Scala, p. 9 - Antonio, Carlo e Giovanni Carafa, p. 10 - Alla corte di Giovan Pietro Carafa, p. 11 - Alfonso Carafa e la conversione del genitore, p. 12-11 ruolo di D.a Laura Brancaccio, p. 14 - Nascita del santuario dell'Incoronata, p. 15 - L'eremo dei camaldolesi di Monte Corona, p. 16 - Un grande benefattore dell'eremo: il cardinale Antonio Carafa, p. 17 - La pretesa rivalità tra i santuari dell'Incoronata e di Montevergine,p. 20
    Capitolo secondo
    GLI ULTIMI ANNI DI VITA DEL BEATO GIULIO DA NARDO
    II beato Giulio fugge la riverenza dei monaci camaldolesi, p. 21 -L'aggregazione ai monaci di Monte vergine, p. 22 - Prodigi attribuiti al beato Giulio, p. 23
    Capitolo terzo
    L'EREMO DELL'INCORONATA
    Uno scenario paesaggistico incomparabile, p. 26 - II complesso monastico, p. 28 - Le celle degli eremiti, p. 28 - La chiesa, p. 29 - Una descrizione degli edifici, p. 31 - Difesa dell'ambiente, p. 32 - Austerità degli eremiti coronesi, p. 33 - La devozione popolare, p. 34 - Ruolo sociale svolto dal monastero, p. 35 - II patrimonio del santuario: l'esempio di Altavilla, p. 35 - Religiosi insigni dell'eremo dell'Incoronata, p. 37
    Capitolo quarto
    LA «NAZIONE NAPOLITANA» DEGLI EREMITI DI MONTECORONA

    L'eremo del Santissimo Salvatore a Napoli, p. 38 - L'eremo di Sant'Angelo di Torre del Greco, p. 39 - L'eremo di Santa Maria degli Angeli a Noia, p. 39 - L'eremo di Santa Maria in Jerusalem di Vico Equense, p. 40 - L'eremo di Santa Maria Avvocata, p. 41 -Indipendenza della «Nazione Napolitana» dalla casa madre, p. 41 -L'eremo dell'Incoronata nella bufera, p. 43 - Ritorna la pace, p. 46
    Capitolo quinto
    LA CATTURA DI FRA DIAVOLO E LA DEMOLIZIONE DEL SANTUARIO

    La cattura di fra Diavolo e dei monaci del santuario, p. 47 -Soppressione del santuario e decreto del 13 febbraio 1807, p. 48 -Rovina del santuario, p. 49 - II nobile tentativo delle autorità di Pietrastornina, p. 50 - La supplica delle autorità di Sant'Angelo a Scala, p. 51 - II decreto del governo, p. 53 - Seconda supplica da Pietrastornina, p. 54 - Dispersione degli oggetti sacri del santuario, p. 55 - Turpe commercio, p. 56 - La testimonianza di Giovanni Zigarelli, p.57

 

Premessa

  • La soppressione e la deliberata demolizione dello splendido complesso monastico dell'Incoronata di Sant'Angelo a Scala costituisce uno dei colpi più duri che il patrimonio religioso, storico e artistico della provincia di Avellino ha dovuto subire negli ultimi due secoli. La perdita è stata così repentina da cancellarne nelle popolazioni irpine finanche la memoria.
    Il santuario di Maria SS.Incoronata, fondato nella seconda metà del sedicesimo secolo, su una preesistente cappella costruita dagli eremiti Giulio da Nardo e Giovanni Figuera, fu nei due secoli successivi uno dei luoghi sacri più importanti della provincia. Concorrevano alla fama dell'eremo la memoria della santità dei due eremiti fondatori, l'austera vita religiosa dei monaci camaldolesi di Monte Corona, ai quali fu affidata la custodia del santuario, i miracoli attribuiti alla statua della Vergine, che vi si venerava, e infine il ragguardevole patrimonio fondiario del santuario.
    Con questi appunti ci proponiamo di divulgare la conoscenza di questa pagina importante della nostra storia.