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I nostri amministratori mi danno a volte l'idea dello sfortunato Luigi XVI, il re ghigliottinato dai suoi sudditi, il quale, all'indomani della presa della Bastiglia, a un cortigiano che arrivava trafelato da Parigi per raccontargli l'accaduto, esclamò: «Ma questa e una rivolta!» II cortigiano acutamente lo corresse dicendogli: «No, Sire, è una rivoluzione».
Questo per significare che il povero Luigi XVI, colpevolmente distratto dei bisogni dei Francesi, si trovò tra le mani, all'improvviso, una patata bollente - e che patata! - che gli bruciò le mani e gli fece saltare la testa dal collo.
Purtroppo nella drammatica vicenda che ha portato Chiaiano al centro dell'attenzione mediatica nazionale ed internazionale, si pagano non solo i terribili sbagli commessi, spesso intenzionalmente e con dolo, da amministratori disonesti ed incapaci; amministratori di cui avvertiamo impellente il bisogno di liberarci, ma anche la selva di interessi contrapposti, anche questi non sempre leciti e trasparenti, che hanno avvelenato il quadro socio-politico-istituzionale oltreche l'aria e il territorio del nostro povero e amatissimo quartiere.
Come già a Pianura nei mesi scorsi, anche a Chiaiano a soffiare sul fuoco della legittima protesta dei cittadini, unicamente preoccupati ed interessati delle conseguenze derivanti dall'accumulo dell'indifferenziata sulla loro salute e su quella dei loro figli e, in subordine, dei riflessi negativi sull'economia locale (in gran parte basata su prodotti tipici dell'agricoltura come la ciliegia e la mela annurca), ci si sono messi personaggi variamente cointeressati al destino della discarica, ma per tutt'altri motivi rispetto a quelli dei residenti. La camorra, innanzitutto, che muove i suoi fili, cioe manda i suoi "guaglioni" all'assalto delle forze dell'ordine -come pare dimostrino diverse intercettazioni ambientali - per convenienze, si dice, legate all'edilizia abitativa. E' facilmente intuibile che una discarica adiacente al Parco delle Colline provocherebbe un crollo esponenziale dei prezzi delle case, penalizzando non solo i cittadini onesti proprietari di abitazioni, ma anche coloro che, in maniera meno onesta, controllano tale tipo di mercato.
I giovani dei Centri Sociali poi, gli agitatori di natura ideologica che vivono la crisi come un momento di lotta politica contro un decisionismo governativo di tipo reazionario che, indifferente a tutto se non alla propria immagine machista di maggioranza dotata dei cosiddetti "attributi", pare intenzionato a travolgere come un rullo compressore aspirazioni e speranze delle popolazioni residenti nella zona nord di Napoli. Popolazioni ormai considerate alla stregua di agnelli sacrificali da immolare sull'altare del cosiddetto "bene comune", anche quello strumentalizzato ad maiorem Dei gloriam del Berlusconi-presidente-spazzino. Noi Chiaianesi, stufi dei veti incrociati, dell'inerzia assurta a sistema e degli stalli decisionali ai quali eravamo purtroppo abituati, non siamo pregiudi-zialmente ostili al Berlusconi-pensiero. Pragmaticamente pensiamo, infatti, che gli uomini vadano giudicati non per quello che pensano, ma per quello che fanno, che poi spesso e il contrario di ciò che pensano di fare.
A Berlusconi siamo disposti a riconoscere non comuni capacità di trascinatore e di leader politico. Non tolleriamo, però, che ci prenda in giro come sta facendo in questi giorni. Questo proprio no. Parli chiaro, si coordini, cioè, col suo sottosegretario Bertolaso e ci dicano entrambi, con una sola voce, senza furberie ed infingimenti, se la decisione di aprire la discarica e stata gia presa a prescindere; se i rilievi che i tecnici dell'Arpac stanno facendo sono solo una presa per i fondelli, un modo come un altro per allentare la tensione e far scemare la protesta, oppure sono una cosa seria di cui potersi fidare.
Non vorremmo, insomma, che i carotaggi fossero solo un meschino e dilatorio espediente per poi passare, senza indugio, ai "bastonaggi" indiscriminati.
La comparsa sulla scena del dramma che si sta svolgendo dei giovani dei Centri Sociali, motivati ideologicamente, e di probabili malavitosi, preoccupati unicamente dei loro illeciti guadagni messi a rischio dalla spazzatura che fino a poco tempo fa ha riempito criminosamente le loro tasche, non ha fatto altro che estremizzare la protesta, connotandola di una violenza che, in modo sempre piu inquietante, tende ad assumere un carattere distruttivo e di cieca contrapposizione. E di mercoledi 28 maggio l'esplosione di tre bombe artigianali nella cava dove l'Arpac sta effettuando i rilievi di caratterizzazione ambientale, e il rinvenimento in via Cupa del Cane di due bottiglie molotov gia confezionate e pronte per l'uso. Queste degenerazioni pericolose della protesta hanno senza dubbio nuociuto alle legittime e sacrosante richieste della gente, elevando il conflitto su un piano di contrasto all'autorita dello Stato, che lo Stato non poteva ne pud tollerare, pena la sua credibilità. I bracci di ferro hanno sempre un effetto contro-producente, specialmente per i piu deboli, anche quando i più deboli hanno ragione, come awiene nel nostro caso.
II Mahatma Gandhi, con la sua politica basata sul principio della non violenza e della disobbedienza civile, riuscì a liberare l'lndia dal dominio inglese e a farle conquistare l'indipendenza. Le battaglie per i diritti civili si possono combattere anche senza le P38 o le bombe carta o le bottiglie incendiarie.
L'importante è che la gente ragioni, che manifesti pacificamente, che si organizzi sotto la guida di persone esperte e competenti, decise a battersi per il bene comune e per la salvaguardia del proprio ambiente e dei propri diritti, senza secondi fini. Le indecisioni, quelle sì, sono ambigue e generatrici di confusione, come forse ha potuto scoprire a suo danno l'ineffabile sindaco di Napoli, la dottoressa Rosa Russo Iervolino.
E allora a questo punto cosa fare?
Sicuramente è necessario, più di prima, tenere desta sia l'attenzione che la tensione sul problema. Chi preme per far aprire la discarica deve sapere che non potrà farlo impunemente e col beneplacito di una popolazione rassegnata al peggio, perchè i Chiaianesi, come hanno dimostrato con il loro coraggio e la loro determinazione, hanno carattere da vendere e non si arrenderanno facilmente a chi vuole scipparli del loro futuro.
Chi insiste per scaricare i rifiuti di una città come Napoli nel cuore del suo unico polmone verde, nel bel mezzo di un Parco delle Colline che nonostante tutte le promesse fatte non e mai decollate; chi insiste per aprire una discarica che si trova a un tiro di schioppo (circa un chilometro e mezzo) da una città ospedaliera che risentirà inevitabilmente degli effetti inquinanti di un megasversatoio da un milione di tonnellate di "tal quale", con tanto di scarichi di venefico percolate; chi insiste su questo deve sapere che pagherà un prezzo, che dovrà risarcire (sebbene il risarcimento non potrà mai essere pari al danno provocato) del disagio e dei patimenti inflitti ai Chiaianesi e agli altri abitanti dei Comuni vicini.
Ma nonostante i possibili futuri incentivi (il condizionale e sempre d'obbligo), nonostante compensazioni ambientali tipo la realizzazione di nuove opere pubbliche, l'assunzione di alcune decine di giovani, l'esonero fiscale da tasse divenute in questo contesto tragicamente ridicole come la Tarsu; o la bonifica dei territori compromessi, niente e nessuno potrà mai sanare la ferita inferta al territorio e alla gente, compensare il loro sacrificio, recuperare il pieno, convinto, intimo rispetto verso uno Stato che si arrende al dialogo con la gente solo quando si accorge che non c'e altra alternativa, quando si accorge, cioe, che la maniera dura comporta piu costi che benefici.
La cava di Chiaiano in località Cinque Cercole, una volta trasformata in discarica -e speriamo bene che future intercettazioni telefoniche non scoprano un nuovo, imbarazzante, scandalo politico-finanziario relativo a quest'ultimo capitolo della saga "monnezza" - rappresenterebbe per tutti noi un vulnus democratico difficile da guarire. Alla fine l'unico sconfitto sarà proprio il convin-cimento nella democrazia che molti di noi hanno nei riguardi delle Istituzioni statali e locali.
Non a caso tra i van ricorsi intentati in questi giorni alle Autorita competenti per fermare lo scempio, c'e una iniziativa partita dalle Assise di Chiaiano che la dice lunga sul clima che si sta respirando nella zona. Una iniziativa altamente simbolica che e ben piu di una provocazione e che interpreta amaramente lo stato d'animo dei Chiaianesi delusi: il referendum per chiedere la separazione dal Comune di Napoli e l'aggregazione a quello di Marano, che si è schierato in maniera solidale e compatta con i Chiaianesi contro la discarica nelle cave.
Gennaro Giannattasio